Renzo Inio, classe 1933, è l’ultimo artigiano cordaiuolo di Venezia, titolare dell’omonima ditta attiva sull’isola della Giudecca almeno dalla metà dell’Ottocento e gestita per tre generazioni dalla sua famiglia: il nonno Edoardo, lo zio Paolo e il padre Benvenuto.
Negli anni trenta del secolo scorso l’opificio dava lavoro a una quindicina di operai, anche se con lo scoppio della Seconda guerra mondiale la fornitura della fibra ‘Manila’ iniziò presto a scarseggiare e per la produzione di nuove corde si dovettero riciclare vecchi cavi ormai inutilizzabili, che venivano sciolti, pettinati e nuovamente trasformati in materia prima.
Nel secondo dopoguerra la domanda di cordame prodotto artigianalmente iniziò a subire la crescente concorrenza della produzione industriale e, all’inizio degli anni ottanta, fu la stessa Azienda comunale di trasporti lagunari (ACTV) a rinunciare alle consuete forniture per molti anni garantite della ditta. La decadenza dell’attività era ormai segnata, anche se una limitata produzione era ancora richiesta soprattutto dal Provveditorato al porto e dalla Compagnia lavoratori portuali, e chiuderà definitivamente i battenti nel 1993. L’immediato interessamento della Direzione dei Musei civici veneziani e dell’Assessorato alla cultura consentì comunque di evitare la dispersione dei preziosi macchinari – unici nel loro genere – e, con delibera n. 1580 dell’11 maggio 1995, l’intera collezione venne acquisita dal Comune e depositata ai Magazzini del sale alle Zattere.
Nel settembre 2005, infine, grazie a un accordo fra l’Amministrazione comunale e l’Istituto di Studi Militari Marittimi, l’antica corderia Inio è stata ridislocata all’interno dell’antico Arsenale della Serenissima ed è stata oggetto di un accurato riallestimento funzionale grazie all’impegno e alla competenza del suo ultimo titolare.