Componente della numerosa categoria dei sandoli, il puparìn ne è sicuramente il rappresentante più raffinato; esso trae il proprio nome dall’accentuata curvatura della poppa verso l’alto, che risulta essere notevolmente più alta rispetto alla prua. È un’imbarcazione veloce abitualmente vogata da 1 o 2 persone, di lunghezza variabile tra i 9 e i 10 metri ed una larghezza di circa 1 metro e 20 centimetri.
Il suo profilo sottile e affilato, oltre allo slancio audace della prua e della poppa, fanno del pupparin una delle imbarcazioni tecnicamente più perfette, e testimonia l’eccezionale grado di perfezione raggiunta nei secoli dai maestri d’ascia veneziani.
Nato inizialmente per la sorveglianza marittima, negli anni – grazie alla sua elegante forma ed al fatto che può essere agevolmente vogato ad un remo – ha acquisito, al pari della gondola, lo status di “barca da casada”, termine con il quale s’indicavano le imbarcazioni che venivano utilizzate dalle famiglie patrizie veneziane per i loro spostamenti.
Altra caratteristica peculiare del puparìn è l’asimmetria del suo scafo che lo fa essere, oltre alla gondola, l’unica attuale imbarcazione veneziana ad avere una tale architettura strutturale.
Dalla metà del ‘900, grazie alle sue specificità, viene prevalentemente utilizzato per la pratica sportiva, e dal 1976 i pupparini sono le imbarcazioni utilizzate dai giovanissimi nella Regata Storica della loro categoria. La sua eleganza lo fa anche molto apprezzare per l’uso diportistico, ma le dimensioni e la difficoltà di costruzione ne fanno una barca dall’acquisto e mantenimento più impegnativo dei semplici sandoli.