S-ciopon

Lo S-ciopon è un particolare tipo di sandolo, che veniva utilizzato dai cacciatori, per la pratica di un autoctono tipo di caccia effettuata nella laguna di Venezia.

Trae il proprio nome dalla grande spingarda, denominata appunto “s-ciopon”, lunga circa tre metri, con un calibro di oltre 70 mm. ed un peso vicino agli 80 Kg., la cui parte posteriore veniva collocata sul “trasto” dell’imbarcazione, mentre la canna era adagiata sulla coperta di prua. Il basso e rettilineo bordo di questo sandolo, e la quasi inesistente insellatura della prua, permetteva ai cacciatori di esplodere il colpo a pelo d’acqua. Il potente sparo, che causava un rinculo del natante di svariati metri, provocava uno sciame di pallini che non lasciava scampo alla selvaggina.

Imbarcazione regina per la pratica della Voga alla valesana,(clicca sul link) lo s-ciopon ha come ulteriore, e più evidente segno distintivo, l’interruzione a metà scafo della falca destra. Tale apertura consentiva al cacciatore, mentre era disteso sul fondo dell’imbarcazione, di farla avanzare senza farsi notare dalle prede, vogando con una pagaia detta “palina”.

Tra i cacciatori s-cioponanti, le cui battute di caccia duravano vari giorni consecutivi, spiccano quelli dell’isola della Giudecca tra i quali i regatanti Giovanni Vianello “Crea” (nato nel 1879) capostipite della dinastia dei Crea, e Luigi Penso detto “Saran” (1897). Fino alla metà del 1900, l’attività venatoria, grazie all’abbondante numero di specie che nei mesi invernali transitano in laguna, rappresentava per molte famiglie residenti nel bacino lagunare, una fonte di sostentamento nonché di guadagno, e la caccia con lo s-ciopon risultava essere tra le più redditizie.

Agli albori della motorizzazione di massa, alcuni esemplari di s-ciopon, furono dotati di motori entrobordo che venivano ubicati sotto la sua piccola coperta di poppa, mentre negli anni successivi, con l’avvento dei primi fuoribordo, la sua struttura poppiera venne addirittura modificata per permetterne un’agevole installazione.

Vietata nella laguna di Venezia dalla fine degli anni ’70, oggi a ricordarci di questo particolare stile di caccia non ci rimane che questa tipologia di sandolo.

Nel 2007 è stata donata all’Arzanà, dalla famiglia Luigi Molin di Burano, un sàndolo da s-ciopo, realizzato dagli Amadi nel 1963 con le allora modernissime tecniche costruttive che introducevano l’uso del compensato marino per il fasciame e di colle speciali in luogo del calafatagggio per le commessure.Veniva impiegato fino ai primi anni ottanta per la caccia endolagunare con la spingarda, di lì a breve vietata. Presenta il profilo superiore dell’opera morta perfettamente rettilineo per sistemarvi orizzontalmente l’arma (s-ciopòn), che poteva superare i tre metri di lunghezza e raggiungere il calibro di 75-80 mm.