Dopo varie vicissitudini, è ora nella collezione dell’Arzanà l’unico – al momento – tentativo di ricostruzione di una gondola dei secoli passati.
Nel 1997, grazie all’entusiasmo di Gianpietro Zucchetta, si volle intraprendere la ricostruzione di una gondola del XVIII secolo (anche per promuovere l’uscita di un romanzo di Luca Goldoni, e perciò venne appunto definita la “gondola di Casanova”). Nonostante questo suo primo utilizzo promozionale e coreografico, la filosofia che avviò tale ricostruzione fu assolutamente seria e rigorosa, e si avvalse delle conoscenze più approfondite disponibili allora, ricercando la collaborazione di persone qualificate.
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La progettazione tecnica, basata su varie fonti storiche di architettura navale, venne curata da Gilberto Penzo, che fu coadiuvato per le ricerche sulla finitura esterna e sull’estetica degli accessori da Gianfranco Munerotto (entrambi autori di specifiche pubblicazioni al riguardo); va chiarito che la gondola del XVIII secolo era solo in parte rassomigliante ad una attuale, e proprio per eliminare qualsiasi tendenza ad uniformarsi a tecniche e modalità costruttive odierne, venne deciso di farla costruire da un cantiere non specializzato in gondole, ma che desse garanzie di qualità, e la scelta cadde sul cantiere Proto, il cui titolare (Giampaolo Proto detto “Giorgio”, purtroppo venuto a mancare l’anno seguente la costruzione) accettò con entusiasmo la commessa, seguendo di buon grado – coi suoi collaboratori – ogni indicazione che veniva espressa dagli storici; per il felze – accessorio irrinunciabile – ci si avvalse del noto tappezziere Pasinetti, e il ferro di prua riproduceva un esemplare originale (ritrovato da Munerotto in una collezione privata milanese).
In seguito l’imbarcazione rimase di proprietà di Zucchetta, con sporadiche uscite, finché non la cedette alla produzione cinematografica che nel 2006 girò a Venezia un film su Casanova; al termine delle riprese l’Arzanà si offrì di acquistarla, data la qualità tecnica della costruzione, per evitare che potesse andare dispersa.
Nel frattempo altri studi e altri reperti migliorarono le conoscenze sulla costruzione delle gondole settecentesche, e nel corso del 2008 si procedette ad una revisione di alcuni particolari strutturali (alle estremità e nell’area di manovra del poppiere) curata da Munerotto.
Attualmente l’imbarcazione esce con regolarità, nel corso di manifestazioni remiere, e viene occasionalmente noleggiata per documentari o film storici.
Caratteristiche tecniche: le dimensioni sono praticamente le stesse di oggi (lunga metri 10,90 contro 10,87; larga 1,38 – pari a oggi – anche se la parte prodiera è più larga) ma nel complesso la barca risulta molto più adagiata sull’acqua alle estremità, e questo le conferisce grande scorrevolezza, senza perdere troppo in manovrabilità; questa gondola è simmetrica, a differenza dell’attuale, perché il vistoso coricamento odierno nasce nell’Ottocento (anche se oggi si tende ad accreditare una leggera asimmetria anche per i secoli passati). L’elemento decisamente più appariscente è però il grande ferro, tipico dei secoli XVII e XVIII, alto cm 180, contro i 140 attuali.