Tipica la Galea da guerra utilizzata anche a funzioni mercantili di alto valore, veloce affidabile economica e all’occorrenza con un equipaggio di vogatori in grado di combattere spinta sia da vela che da remi. Il modello è ispirato alle navi romane e quelle bizantine dalle quali prende il nome, molte erano le varianti per stazza, per numero di vogatori ai banchi, che per armamento succedutosi nei secoli, ma prendiamo in considerazione la Galea sottile da guerra definita armata componente di norma la squadra di pattuglia per la scorta dei convogli commerciali formati da navi più capienti ma lente basate solo su vele. Per aumentarne velocità e capacità di manovra, dalle biremi del XII e XIII secolo si passò alla triremi aggiungendo un terzo uomo e un terzo remo su un banco comportando un aumento da 150 a 180 vogatori e passando dai due timoni laterali al timone centrale sul dritto di poppa conservando quelli laterali di riserva.
Le galee sottili portavano una vela latina mentre le galee grosse venivano dotate di due e anche tre alberi con vele latine. Sino agli inizi del trecento i marinai tutti al soldo, se necessario erano anche combattenti e dovevano portare a presso armi e armature quando si imbarcavano, successivamente sarà il “Patrono” a dover provvedere alle armi e al balestriere divenuto un professionista esentato dall’obbligo di remare. A partire dalla guerra di Chioggia del 1380 si armarono di bombarde e piccoli cannoni che richiedevano combattenti professionali specializzati all’uso.
L’equipaggio ai remi era composto dai “Buonavoglia” uomini liberi professionisti al soldo, da “Zontaroli” uomini aggiunti debitori o condannati o coscritti per necessità. Vi erano le Galee Sforzate vogate solo da galeotti condannati al remo usati di rado se non in caso di guerra, essi costituivano una categoria a parte imbarcati su una squadra navale indipendente al comando del “Governador de’ condannati”. Quale fosse la loro categoria, tutti conducevano una vita molto dura divisi in squadre con turni di voga di quattro ore, vogando, mangiando e dormendo per tutto il tempo necessario al viaggio sui banchi di voga essendo la stiva riservata alle marci.
Nei primi secoli il metodo di voga era alla “Sensile” ossia da tre vogatori per banco ognuno dotato di un singolo remo di differente lunghezza con il risultato di ottenere una elevata velocità ma richiedeva grande abilità di coordinamento. Col progressivo ridursi della qualità degli equipaggi dovuta al minor apporto di vogatori professionisti i Buonavoglia e dovendo sopperire con i Sforzati decisamente meno abili e motivati, si passò al metodo “Scaloccio” con cinque vogatori per banco tutti agenti sullo stesso remo. Galeazza – nel 1571 durante la battaglia di Lepanto furono impiegate in testa allo schieramento sei grosse Galeazze. Esse assomigliavano a grosse navi da carico con fiancate molto alte per impedire l’abbordaggio delle veloci lance turche ma con una innovazione inaspettata che segnò le sorti del conflitto. Infatti, a differenza delle normali galee che montavano un cannone di prua, esse avevano i fianchi completi di cannoni che una volta penetrato lo schieramento nemico infissero subito grandi perdite.
Attività mercantile
Nel 1325 la politica commerciale dei traffici ebbe una svolta innovativa, Lo Stato affidò a se stesso in esclusiva la costruzione delle galee nell’Arsenale, ne manteneva la proprietà, ne regolava strettamente la gestione affidata a privati attraverso l’asta o l’incanto delle galee stesse per la durata di un solo viaggio. Il Senato approvava il “Patrono” vincitore dell’appalto dietro il quale c’erano i soci capitalisti che partecipavano all’impresa, ognuno possessore di uno o più “carati” o azioni venticinquesimi del costo dell’operazione. Il Senato inoltre eleggeva il Capitano del convoglio che rappresentava lo Stato e doveva far rispettare i regolamenti relativi al “viazo” precisati dalla “Commissione” che stabiliva date, percorso e soste ove espletare i commerci.
La flotta veneziana di Galee non ebbe rivali in Mediterraneo sino agli inizi del XVI secolo, il suo declino iniziò dal XVII secolo soppiantata progressivamente dai velieri, estinguendosi definitivamente alla fine del XVIII secolo.