Il Medico della Peste è una figura non certo carnevalesca come potrebbe far pensare il suo abbigliamento con la vistosa maschera a becco di uccello introdotta nel 1619 e obbligatoriamente usata dai medici durante la terribile peste che colpì Venezia nel 1630. L’idea era quella di avere una copertura nell’ingenua speranza che ciò servisse a difendersi dal contagio in un’epoca dove nessuna cura era possibile nonostante l’intuizione che la “morte nera” proveniva dall’Oriente assieme ai commerci e la precauzione di mettere in quarantena merci e navi nel Lazzaretto Nuovo mentre i contagiati venivano confinati nel Lazzaretto Vecchio.
Il vestito è composto da una lunga tunica nera cerata che ricopre tutto il corpo sino ai piedi, i guanti, il cappello cilindrico basso a larga tesa, una bacchetta impugnata dal medico usata per spostare le vesti dei pazienti ed esaminarli senza toccarli tenendoli a debita distanza. Il viso era coperto da una maschera bianca con una lunga e ricurva protuberanza a forma di becco di uccello che copriva bocca e naso nella quale si introducevano svariate erbe aromatiche e medicinali oltre a una spugna imbevuta di aceto ritenendo potessero in qualche modo neutralizzare miasmi e contagio, gli occhi della maschera fissata da stretti lacci dietro la testa, erano coperti da lenti. L’utilizzo di tale abbigliamento andò in disuso nel corso del XVIII secolo per ritrovarlo ora nelle commedie dell’arte o tra le maschere di carnevale.