Vino proveniente dal Peloponneso che molta importanza ebbe nei commerci e larga diffusione nella città di Venezia. Tale vino ebbe punto di raccolta e partenza per l’esportazione nel porto greco di Monemvasia da dove le navi della Repubblica di Venezia partivano per il trasporto e la vendita in tutto il Adriatico e nord Europa avendo ottenuto nel 1248 la licenza esclusiva del commercio che garantiva una buona fonte di guadagno. Il nome del porto di imbarco Monemvasia venne col tempo storpiato e modificato in Malvasia che identifica questo particolare tipo di vino da divenire il più famoso nel 1500/1700 per la sua caratteristica dolce e aromatica.
In città era così apprezzato e diffuso da avere un “Fondaco della Malvasia”, le osterie dove veniva venduto ne assumevano il nome con l’obbligo di non poter vendere vini nostrani. La corporazione delle Malvasie era separata da quella dei venditori d’altri vini. Molti luoghi a Venezia ricordano questa attività come: Calle, Sottoportico, Campiello della Malvasia. Nei registri del Magistrato delle “Rason Vechie” si annota che tale vino e biscotti dolci componevano la colazione degli elettori del Doge e parte ne veniva distribuita anche alla Chiesa per il sacrificio della Messa. A seguito dell’invasione Ottomana, non potendo più approviggionarsi nei porti usuali e non volendo perdere tale lucroso commercio, Venezia decise di piantare il vitigno in altri luoghi da dove poi si sarebbe diffuso.