L’uso della maschera a Venezia è testimoniata sin dall’anno mille e il Doge Vitale Falier nel 1094 fa menzione a pubblici divertimenti citando per la prima volta la parola Carnevale. A partire dal 1200 iniziano una serie di ordinanze al fine di revolamentare uso e comportamenti delle maschere, nel 1400 nasce l’ordine dei fa bricanti di maschere i “Mascareri”. Luso veniva acconsentito anche al fine di scaricare in modo tollerato le tensioni tra classi sociali permettendo al popolo di poter sbeffeggiare impunemente perché la maschera recitava un ruolo anche se al limite della legalità. Anche gli aristocratici ne facevano largo uso per comportarsi in anonimato a un livello di libertà a volte sconveniente al loro rango come il gioco d’azzardo o incontri sia di affari che clandestini.

“Leggi per limitare l’uso delle maschere”

1268 – Si vieta ad alcuni esuberanti di lanciare uova ripiene di acqua di rose contro dame a passeggio
1339 – Le maschere non sono più permesse di notte a garanzia di maggior sicurezza pubblica
1458 – Gli uomini non possono più entrare nei monasteri femminili se mascherati da donne
1603 – Vengono bandite tutte le maschere nei monasteri
1608 – Si decretano pene molto dure per chi usa la maschera fuori dal periodo di Carnevale o eventi autorizzati
1703 – Le maschere spariscono per sempre dai casinò al fine di essere riconosciuti e non poter così eludere i creditori mascherandosi
1776 – Una nuova legge questa volta a proteggere “l’onore di famiglia” obbligava le donne che andavano a teatro di indossare una maschera visto che spesso erano accompagnate da un Cavalier Servente “Cicisbeo” ma vietava di indossarla alle ragazze da marito.