Battipali

Doveroso è ricordare la figura dei “battipali” umili persone, sulla fatica delle quali poggia Venezia stessa e l’indispensabile servizio reso alle nostre barche, sia per l’ormeggio che per la navigazione lagunare.

Essi ritmavano la loro fatica con una cantilena che aveva lo scopo di coordinare i movimenti delle persone che impugnavano il maglio.

Il più importante elemento dell’arredo lagunare è il palo:

  • “BRICOLE” per la segnaletica dei canali navigabili;
  • “PALINE” per l’attracco delle barche;
  • “VIERI” per la pesca e l’allevamento dei mitili, nonchè supporti per i pontili.

Il palo è stato da sempre un elemento essenziale dell’urbanistica lagunare e dell’edilizia veneziana. Il terreno sul quale sorge venezia è del tutto particolare; sotto la terra emersa troviamo un primo strato di fango di riporto alluvionale ed un sottostante strato compatto di argilla e sabbia chiamato “CARANTO”. Per poter edificare è stato quindi necessario dapprima solidificare la zona piantando dei pali di legno appuntiti generalmente di larice o rovere fino al raggiungimento del “CARANTO”, su questi poi veniva formato uno zatterone di tavole di larice da dove si elevavano le fondazioni in blocchi di pietra d’Istria:

La palificazione doveva essere tanto più fitta ed espansa in relazione alla costruzione soprastante. Per avere un’idea, pensiamo al Ponte di Rialto che poggia le sue estremità su 12.000 pali di olmo, mentre  la stessa palificazione della Chiesa della Salute durò due anni circa.

Oggi i pali “BRICOLE” per delimitare i canali in laguna, seppur ancora in legno, vengono piantati con mezzi meccanici, mentre per l’edilizia si fa uso di pali in cemento armato.

Ora questi infaticabili uomini non ci affascinano più con il ritmo del loro canto, ma resta la memoria di un passato di civiltà colmo di gloria e di fasti, ma anche di ingegno sacrificio e fatiche.     G.D.P.

 

CANTO DI LAVORO DEI BATTIPALI

O issa eh
e issalo in alto oh
e in alto bene eh
poiché conviene oh

per ‘sto lavoro eh
che noi l’abbiamo oh
ma incominciamo eh
me se Dio vuole oh

lo feniremo eh
ma col santo aiuto oh
viva San Marco eh
repubblicano oh

quello che tiene eh
l’arma alla mano oh
ma per distruggere eh
el turco cane oh

fede di Cristo eh
la sé cristiana oh
quela dei turchi eh
la sé pagana oh

e spiegaremo eh
bandiera rossa oh
bandiera rossa eh
è segno di sangue oh

e spiegaremo eh
bandiera bianca oh
bandiera bianca eh
è segno di pase oh

e spiegaremo eh
bandiera nera oh
bandiera nera eh
è segno di morte oh.

Nota:

Pur nelle varianti del testo il canto di lavoro dei “battipali” prende spunto dalla storia, gli emblemi della Serenissima e dalla fede religiosa, ma non narra una storia compiuta, avendo come unico scopo quello di ritmare l’alzata e la successiva caduta del maglio o “mazzapicchio” sulla testa del palo.