“Il 15 giugno 1975 andai a chiedere a Giuseppe Carli di farmi lavorare da lui per quell’estate. Malgrado si lamentasse che da molti anni non aveva apprendisti mi disse che ero troppo vecchio (quasi diciassettenne), non ero figlio di remèri, andavo ancora a scuola e quindi, ormai, non avrei più potuto imparare.
Dopo avermi salutato mi disse che potevo tornare per guardare. Il giorno dopo sono stato lì a guardare per nove ore; e così per un mese. Ho cominciato a spazzare la bottega e poi a raschiare i remi vecchi. A fine estate non volevo più riprendere la scuola: dovevo recuperare nell’apprendimento di quello che ormai volevo diventasse il mio lavoro.
Diverse cose mi avevano affascinato, l’antica Bottega, che aveva due grandi lucernai irradianti una luce magica, il Maestro Bepi e, Gino, l’aiutante più vecchio. Erano i depositari di segreti antichi, ultimi eredi di un’arte plurisecolare; erano due stregoni capiti e riconosciuti solo dalla piccola tribù dei vogatori: qualche centinaio di gondolieri che dedicavano loro poesie beneauguranti, qualche decina di regatanti che raccontavano leggende su “Bepi Remer”.
Ma soprattutto mi avevano affascinato i remi e le forcole. La loro perfezione mi sembrava allora irraggiungibile e l’unico modo per capire quelle forme era tentare di farle e di rifarle. Quel mestiere mi aveva soggiogato e tuttora continua ad affascinarmi.
La Bottega di Giuseppe Carli ha impostato due remèri in attività, io Saverio Pastor, attuale “decano ” dei remèri, ho lavorato con lui dal 1975 al 1980 e ora ho bottega in fondamenta Soranzo in quel di San Gregorio (Salute), mentre Paolo Brandolisio ha lavorato invece con Bepi dal 1985 rilevandone la bottega nel 1987 quando il Maestro si è irrimediabilmente ammalato. Io a mia volta ho formato tre apprendisti, uno dei quali è Franco Furlanetto che dal 1997 ha Bottega ai Frari.
Noi suoi allievi e continuatori firmiamo – come facevano i nostri Maestri – le nostre forcole ed io, in particolare, le numero a maggior garanzia della loro unicità.
Le mie forcole sono oggetti unici. Continuo a farle a mano con i ferri usati dal mio Maestro e i procedimenti che ho appreso da lui, mentre le innovazioni che ho apportato nel lavoro non cambiano il suo essere un mestiere antico che continua vitale il nuovo millennio.“
Saverio Pàstor remèr in quel di San Gregorio.