La Festa del Redentor è l’evento che ricorda la fine della peste che flagellò Venezia dal 1575 al 1577, causando la morte di 50.000 persone.All’epoca la peste era un male temutissimo per la sua virulenza e la mancanza di rimedi efficaci. Lo Stato che nel 1348 aveva già fatto conoscenza con il morbo, aveva adottato rigidi provvedimenti igienico sanitari avendo intuito che il contagio arrivava dall’Oriente attraverso le vie commerciali e dunque assieme a merci e spezie le navi della Serenissima trasportavano anche la morte nera.
La peste infatti era una malattia originaria dall’Asia diffusa dal topo nero, ed erano le pulci, loro parassiti, che la trasmettevano agli uomini con le loro punture.Si presentava contemporaneamente in due forme; una era una sorte di polmonite acuta, l’altra era la forma bubbonica caratterizzata da gonfiori nerastri detti bubboni.Da qui il nome “morte nera!
Ancora nel 1348, vengono destinate delle isole per il ricovero ed il confinamento degli ammalati, queste prenderanno il nome di Lazzareti.
Il primo lazzareto viene costruito nel 1423 nell’isola di Santa Maria di Nazareth, da qui il nome Nazaretum, poi Lazaretum ed infine “Lazzareto” . A maggior sostegno il Senato Veneziano nel 1468 fondò il “Lazzareto Nuovo” detto anche di contumacia, sia per gli appestati guariti prima del rientro in città, sia per le navi e merci messe in quarantena per consentire il lavaggio e lo spurgo con severi controlli circa la provenienza di persone e cose, ogni falsificazione dei documenti attinenti era punita con la morte.
Il 21 settembre del 1576 il Senato Veneziano con il Doge Alvise Mocenigo deliberarono di fare voto solenne per invocare la fine della pestilenza.
Per grazia ricevuta avrebbero edificato un tempio al Cristo Redentore da costruirsi nell’isola della Giudecca. Il 3 maggio vi fu la posa della prima pietra ed il 13 luglio 1577 la pestilenza fù dichiarata definitivamente debellata. In attesa del compimento dei lavori affidati ad Andrea Palladio, che si protrassero per 15 anni, sino al 1592, fu eretta in tutta fretta una chiesa provvisoria in legno e posato un ponte di barche che attraversava il canale affinchè tutti potessero recarsi a pregare per la grazia ricevuta.
Oggi dimenticata la peste del 1577 la città attraversa ancora il ponte di barche, lungo 330 metri ,che unisce le Zattere alla Giudecca, per assistere alla funzione ufficiata dal Patriarca. La festa del Redentore è tra le festività più sinceramente sentite dai veneziani, in cui convivono l’aspetto religioso e profano, grazie al fantasmagorico spettacolo pirotecnico notturno che attrae migliaia di visitatori e che i veneziani attendono nelle loro barche illuminate dai tradizionali palloncini di carta colorata, consumando una abbondante cena a base di piatti della tradizione veneziana.
All’inizio dei fuochi, alle 23 e 30 il Bacino di San Marco è un’unica distesa di luci multicolori.
G.D.P.