Burano è un’isola della Laguna Veneta Settentrionale a 11 Km. a nord-est di Murano e Venezia. Isola famosa per l’insuperabile abilità nella lavorazione del merletto, aveva nel passato la pesca come primaria fonte di sostentamento oggi sostituita da un turismo sempre più invadente. E’ sempre stata un’isola particolare, pensiamo alla carratteristica delle sue case ognuna colorata in modo diverso, alla bontà dei suoi dolci i “bussolai” e alle sue tradizioni a lungo conservate grazie anche al suo relativo isolamento. Da piccola comunità di pescatori, ha mantenuto nel tempo una tradizione religiosa che possiamo focalizzare su tre feste principali che si celebrano annualmente.

San Martino

La storia di San Martino ha origino così: un centurione romano di nome Martino, durante un viaggio a cavallo, incontrò per strada un povero infreddolito, commosso prese il suo mantello lo tagliò in due e diede la metà al povero.

San Martino, è il nome della parrocchia e il santo quindi è il patrono del paese. La processione celebrativa era un invito agli abitanti a ritrovarsi per pregare assieme. Così, la sera, la gente radunata in chiesa, usciva assieme al parroco e andava per le strade di Burano fermandosi ad ogni capitello precedentemente abbellito e illuminato per pregare.
Festa popolare vuole che i ragazzini, armati di pentole, coperchi, mestoli e le “Segàle”, rudimentali strumenti musicali di legno che imitano il verso delle cicale, andassero davanti ai negozi e alle porte delle case intonando una canzoncina e ricevendo in cambio qualche soldo o caramella. La baraonda durava sino all’inizio della messa, finita la quale si rincasava e si cenava con un piatto speciale a base di polenta e “luganega”: la salciccia. Chi poteva comperava un dolce di pasta frolla a forma di cavallo con il cavaliere e decorazioni di glassa di zucchero colorato, chiamato appunto San Martino, molto ambito dai ragazzini.

Corpus Domini

A metà giugno a Burano, si festeggia il Corpus Domini. La processione composta dal sacerdote con l’ostensiorio in mano che stà sotto un tappeto rosso tenuto alto da quattro uomini per mezzo di bastoni decorati, mentre davanti si trovano i candelieri in mezzo ai quali vi è la croce, a seguire i chirichetti, i ragazzini della comunione, le bambine vestite in bianco, la comunità tutta e la banda cittadina. Alle finestre vengono esposti fiori, lumi e drappi rossi, anche i capitelli vengono adornati e illuminati da candele. Oltre a quelli fissi su pareti e calli, vengono allestiti quelli mobili ubicati su ponti e campielli. La processione termina in chiesa con la predica e la benedizione eucaristica.

Festa dei Santi Patroni

La leggenda narra che la notte del 21 giugmo 1067, un forte temporale e un mare molto mosso trascinarono un sarcofago sino a un canale di Burano. Dopo il reccupero gli uomini dell’isola tentarono di aprirlo ma essendo peccatori non vi riuscirono. Un prete allora chiamò dei fanciulli che vi riuscirono senza difficoltà perchè le loro  anime erano leggere, prive di peccato. Dentro a questo sarcofago, trovarono i resti con i nomi incisi su tavolette appartenenti a Sant’Orso, a Sant’Albano, a San Domenico oltre ad un avanbraccio in oro che attribuirono a Sant’Albano. E’ tradizione festeggiare questo miracoloso ritrovamento ogni anno il 21 giugno con una processione che inizia dalla chiesa come punto di ritrovo e si dirige alla “fondamenta” cioè nel luogo dove è approdato il sarcofago e dove è posto un bassorilievo dei Santi. Durante la processione, il sacerdote tiene in mano il braccio d’oro, il reliquiario di Sant’Albano. Gli scheletri dei Santi Patroni vengono ancor oggi conservati nella chiesa di San Martino ed esposti ai fedeli ogni anno il 21 giugno.

La festa dei Santi Patroni era la più importante a Burano ed era seguita anche dagli abitanti di Mazzorbo, Torcello e Murano. In passato la processione veniva fatta su barche e tutti i pescatori addobbavano le loro barche con reti e drappi. Chi possedeva le barche più grandi le metteva a disposizione di tutti, o per preparare l’altare dove veniva celebrata la messa. Il parroco saliva sulla barca più bella e portava, tenendolo bene in vista, affinché tutti lo vedessero, il braccio d’oro avvolto in un drappo. La processione faceva il giro dell’isola a ricordo che i Santi venivano dal mare.

G.D.P.